Rocannon’s World, primissimo romanzo pubblicato da Le Guin, costituisce anche l’inizio di quello che diverrà il Ciclo dell’Ecumene (Hainsih Cycle).
Il prologo, già pubblicato autonomamente con il titolo The Dowry of Angyar, narra delle avventure di Semley, una nobile impoverita del pianeta Formault II, che per recuperare un prezioso cimelio di famiglia accetta un accordo che non può comprendere appieno; è una storia ispirata al folklore, ed in particolare al Brísingamen, mito norreno riguardante la collana di Freya.
Decenni dopo gli eventi del prologo, Rocannon, un etnologo della Lega di Tutti i Mondi, si trova bloccato su Formault II dopo che la sua nave è stata distrutta fa misteriose forze nemiche. Cerca quindi di farsi alleati fra le popolazioni locali e, assieme a un gruppo di nuovi compagni, si mette in viaggio per rintracciare i suoi avversari. Nel farlo, finisce per assumere sempre più il ruolo di un eroe dell’età del bronzo, e quel poco di tecnologia che ancora ha con sé spesso viene percepita come qualcosa di magico.
Il libro ha le caratteristiche tipiche di una space opera (o planetary opera, a seconda di come vogliamo trattare le definizioni): parla, infatti, si vicende avventurose che si svolgono nel futuro e su pianeti lontani. Al tempo stesso, però, fa uso di molti tropi più tipici del fantasy: la trama principale è una classicisma quest, le specie aliene sono ispirate a creature quali nani ed elfi, e per quanto sia presente tecnologia avanzata, l’attenzione si concentra maggiormente su civiltà molto meno scientificamente progredite.
Il romanzo offre anche una prima immagine dell’universo dell’Ecumene, introducendo la Lega di Tutti i Mondi ed i concetti di comunicazione mentale, distorsione temporale, e comunicazione iperveloce tramite l’ansible (device immaginario che avrà grande successo nella fantascienza e che qui appare per la prima volta).
La prosa si adatta fludiamente alle varie sfaccettature del setting, usando ora un linguaggio tecnico, ora toni epici ed espressioni poetiche a seconda del contesto.
Pur non avendo la complessità tematica e di caratterizzazione di altre successive opere di Le Guin, il libro è comunque notevole per come va oltre ai confini fra generi letterari prevalenti all’epoca, mostrando come un’ambientazione futuristica non deve per forza essere solo il regno della speculazione tecnologica, ma può essere efficacemente usata per esplorare temi universali come la lealtà e la perdita.